Author: Massimo Maria Ghisalberti - pragmas.org (massimo.ghisalberti@pragmas.org)

Date: 2019-02-04

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Il delirio Postale

1 Il delirio postale

Qualche giorno fa mi sono recato con compagna e figliolo all'ufficio postale.

Premetto che nonostante la mia veneranda età mai ho avuto esperienza più catartica, nel senso della catarsi delle palle.

Riassumiamo.

In breve quindi, con la mia compagna ci siamo recati all'ufficio postale per aprire un libretto di risparmio per nostro figlio di tredici anni (quattordici a giugno).

Ad onor del vero ci saremmo recati lì anche il giorno prima, ma alla richiesta della mia professione con annesso codice ATECO che non ricordavo tutto è saltato miseramente e rimandato al giorno dopo.

Armati così di codice ATECO, si sono ricominciate le pratiche. Per prima cosa hanno fatto firmare mio figlio per ben tre volte consecutive sulla tavoletta grafometrica senza però fornirci anticipatamente nessun documento da leggere.

1.1 la procedura

Al completamento dell'operazione ce n'è stato fornito uno stampato, completo delle firme grafometriche di T. (mio figlio), in cui lui medesimo (lui e non altri) avrebbe autorizzato Poste Italiane ed i soliti terzi non ben specificati, all'uso dei suoi dati biometrici. Sinceramente questa autorizzazione m'è parsa un cane che si morde la coda consentendo l'utilizzo di dati biometrici tramite dati biometrici. Ho chiesto della possibilità di una firma fisica con la classica penna nera ma mi hanno risposto che quella era la procedura.
Oltre a questo, non capisco bene come un minore possa autorizzare una cosa simile senza una firma allegata di uno o entrambi i genitori.

Questa però è la procedura.

1.2 il censimento

Procedendo nelle pratiche con varie fotocopie dei documenti e codici fiscali che hanno fatto quasi impazzire la macchinetta, mi viene detto che sarei dovuto essere censito. Censimento sì, ma solo io e non la mia compagna che da fortunata posseditrice di Postepay lo era già. Vengono quindi registrati i dati dei documenti (ancora) e quindi il famoso codice della discordia del giorno prima, l'ATECO.
Al suo inserimento mi comunicano che c'è una incongruenza sul codice REA.

1.3 il codice REA

A che cosa serva ed a che titolo Poste Italiane sia interessata al mio codice REA e ATECO non mi è chiaro, posso capire il secondo che identifica il tipo di lavoro ma perché il REA? Soprattuto perché è incongruente? Non avendomelo chiesto direttamente probabilmente c'è stata una qualche triangolazione di dati per poterlo estrarre. L'incongruenza forse, era dovuta al fatto che il mio REA è relativo ad una società e non a una ditta individuale e che probabilmente l'accoppiata Cognome, ATECO e codice fiscale non aveva prodotto i risultati sperati.
Ho chiesto così spiegazioni ma la risposta lapidaria è stata che era la procedura.

1.4 il consulto

Parte quindi un consulto generale di impiegati delle poste che dopo un buon lasso di tempo e svariati bisbiglii e occhiatine ed un mio: << se volete vi dò la partita iva così fate prima… >> risolvono apparentemente l'arcano. Mi chiedono poi dove dove svolgessi l'attività lavorativa e no, non vogliono l'indirizzo ma solo il comune.

1.5 la saga delle firme

Senza fornirci, come per mio figlio nessun documento in anticipo, è cominciata interminabile la saga delle firme sempre e rigorosamente per via grafometrica.

<< Firmate quando appare il nome sulla tavoletta, poi premete accetta. >>

All'ultima galeotta e sesta, il sistema si è bloccato e tutta l'operazione è sfumata dopo quasi due ore di perdita di tempo.

Ci vorrà quindi una terza visita all'ufficio postale.

Sarà la procedura.

1.6 prime considerazioni

Al di là della comicità della situazione, mi chiedo se non ci sia una sproporzione tra i dati richiesti ed il servizio offerto: un libretto di risparmio per minori senza spese e senza fido la cui passività è impossibile e con un tetto massimo di 15000 euro. Capisco che le norme antiriciclaggio obblighino ad una adeguata verifica del cliente, ma ho trovato questa indagine un po' troppo approfondita.

1.7 l'avventura continua

Dopo qualche giorno di decantazione della palla sfranta, ci siamo recati di nuovo nel medesimo ufficio postale per cercare di completare questa, ormai tediosa, operazione. Tutto è ricominciato nella stessa maniera: firme sulla tavoletta e niente documentazione da leggere in precedenza, ma tanto già sapevamo che era la procedura.

1.8 una magnifica idea, ovvero quando si ha troppo tempo per pensare

Nel frattempo che la mia compagna terminasse l'operazione, ho pensato in preda ad un fulgore folgorante di attivare una carta di credito prepagata, una carta di debito quindi. L'impiegato che gentilmente si è cimentato offrendosi spontaneamente ha ripreso così nuovamente tutti i miei dati compresi quelli per l'adeguata verifica appena forniti pochi minuti e pochi metri prima.

<< Li ho già forniti prima. >>
<< Non importa è la procedura. >>

Più volte mi è stata chiesta la professione, pare avesse qualche dubbio su cosa significhi essere imprenditore cercando conferme sul mio non essere un dipendente e sul non appartenere ad un albo professionale.

<< È un libero professionista? >>
<< No, ho una società, un'azienda con un amico >>
<< Quindi è un imprenditore… >>
<< Si sono un imprenditore. >>
<< È iscritto ad un albo professionale? >>
<< No, le ho detto prima che non sono un professionista >>
<< È un dipendente? >>
<< No, le ho detto che sono un imprenditore e che ho una azienda >>
<< Quanto guadagna? >>
<< Mi scusi ma perché lo vuole sapere? Sto aprendo una carta di debito che non ha passività e con un tetto… >>
<< Se lei non ha niente da nascondere… >>

1.9 il sangue al cervello

Ci sono quei momenti in cui tutta l'educazione che i nostri genitori faticosamente ci hanno impartito ed il concetto di tolleranza e di convivenza vanno a fasi benedire e si vorrebbe avere solo un spranga di ferro in mano per spezzar ginocchia e rotule a destra e a manca.
Un bel respiro, si conta fino a dieci… In fondo è sempre la procedura, di kafkiana memoria ma pur sempre una procedura.

1.10 la password

<< Si ricorda la sua password? >>
<< La mia password? >>
<< Sul sito… >>
<< No, ora no, ma anche se me la ricordassi non gliela direi >>.

Plin, Plon. SMS. PosteInfo: Gentile Cliente, la sua nuova password è…

<< Mi ha resettato la password? >>

Perlomeno non mi è stato comunicato che era la procedura. Semplicemente mi ha ignorato.

1.11 la fuga

Volendo soltanto uscire il prima possibile da questo incubo postale, non ho letto lì per lì i vari plichi documentali del libretto di mio figlio e della mia carta Postepay.
Con la risma di carta riciclata (si vede che Poste Italiane ci tiene all'ambiente) siamo risaliti velocemente in auto direzione casa.

1.12 a casa

In seguito a casa ho scoperto due cose interessanti anzi tre:

  • Poste Italiane ci tiene alla privacy dei minori: i minori possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze, nonché dei loro diritti in relazione al trattamento dei dati personali, pertanto Poste Italiane S.p.a. rivolge a loro una specifica protezione, con particolare riguardo all'utilizzo dei dati personali per fini di marketing o di creazione di profili individuali e alla raccolta di dai personali nell'ambito dei servizi forniti direttamente al minore.
  • Dato che Poste Italiane è così attenta alla privacy dei minori fa in modo che le caselle di consenso sullo sfruttamento dei dati a fini di marketing nell'informativa per un minore siano già spuntate e che questa informativa sia firmata preventivamente al buio e per via grafometrica, da un suo genitore.
pi_privacy.jpg
  • Nel foglio relativo alla mia richiesta di attivazione della Postepay c'è un indirizzo email che non è il mio personale ma bensì quello principale della mia azienda il cui nome non è stato né chiesto e né fornito spontaneamente così come l'email stessa. Non è per farsi i cazzi tuoi ma per darti un servizio.

1.13 la fine?

La morale è sempre quella, per citare una famosa merendina: fai merenda con girella.
Tanto la botte è sempre piena e nonostante di bòtte ne prenda una volta al cerchio ed altre no, la moglie non è mai ubriaca; tant'è vero che sempre caro mi fu quest'ermo colle all'ombra dei cipressi e dentro l'urne confortate di pianto…

è forse il sonno della morte men duro?

Il Signor K (firma grafometrica)

Data: 2019-02-04

Autore: Massimo Maria Ghisalberti - pragmas.org

Created: 2019-02-04 lun 19:31

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